Il mercato delle auto elettriche fa grande la Cina
Il mercato delle auto elettriche in Italia stenta a decollare. Le nuove normative a livello europeo impongono un cambio repentino entro il 2035, con l’abbandono dei sistemi benzina e diesel. Ma siamo davvero pronti per questo cambiamento? E chi ci guadagna davvero?
Pensate che lo scorso anno le auto prodotte in Cina erano al secondo posto tra quelle full electric acquistate in Europa. Nel 2021 costituivano il 15% delle immatricolazioni BEV (Battery Electric Vehicles), la seconda quota più alta dopo la Germania.
Le auto elettriche in Cina sono un settore di mercato sempre più in crescita. In Europa dell’1,2 milioni
di auto elettriche vendute, ben oltre 175.700 unità provengono dalla Cina. Già, provengono, perché poi in realtà sono prodotte da marchi occidentali come Tesla, Dacia, Polestar e BMW.
Insomma, la Cina cresce costantemente nel mercato delle auto elettriche, e cresce grazie alla sua immensa capacità industriale, che le permette di avere un’altissima produzione di veicoli. Le più grandi case automobilistiche europee hanno impianti e stabilimenti in Cina, e lo stesso vale per i marchi nordamericani e giapponesi. Vero è che buona parte della produzione soddisfa i fabbisogni e la domanda locale, ma molto è prodotto per essere esportato.
Ma veicoli a parte, ciò che deve far riflettere è la grande capacità cinese di produrre batterie al litio, utilizzate proprio per le auto elettriche. Secondo alcuni studi, la Cina ha una capacità complessiva di 558 GWh, il 79 per cento del totale globale dei 706 GWh prodotti. Poi ci sono gli Stati Uniti, l’Ungheria e la Polonia. Entro il 2025 la produzione di batterie a ioni di litio è destinata a crescere, passando da 455 GWh a 1,477 GWh.
Ma la grande nazione orientale controlla anche gran parte delle attività estrattive legate a minerali fondamentali per la produzione delle batterie, come il litio o il cobalto. Ben il 50% delle miniere di cobalto in Congo.
Una vera e propria corsa al mercato delle auto elettriche insomma, che per ora vede un unico grande vincitore: la Cina.
IMMAGINE IN COPERTINA: Gereon Meyer, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons