Autovelox: La Cassazione stringe la morsa sui ricorsi, ora serve la denuncia per “falso in atto pubblico”
Una recente pronuncia della Cassazione rende più arduo il cammino per gli automobilisti che intendono impugnare le contravvenzioni per eccesso di velocità rilevate dagli autovelox.
La Suprema Corte ha introdotto un ulteriore ostacolo per chi intende fare ricorso contro le sanzioni derivanti dagli autovelox. Sebbene rimanga inalterato il principio per cui i dispositivi che sono solo stati “approvati” e non “omologati” rendono nulle le multe, qualora il verbale di contestazione dichiari erroneamente l’omologazione del dispositivo, il semplice ricorso tradizionale non è più sufficiente. Diventa indispensabile presentare una querela di falso in atto pubblico, dato che il verbale è considerato un atto pubblico e acquisisce piena validità fino a prova contraria fornita proprio tramite tale querela.
Perché questa novità crea problemi agli automobilisti
Secondo la Corte, anche una dichiarazione errata di omologazione deve essere impugnata con una querela di falso; in assenza di questa, il verbale mantiene la sua validità. Ciò comporta:
- Costi notevolmente più elevati, dovuti a spese legali e perizie tecniche.
- Tempi di risoluzione prolungati, poiché la querela segue un iter giudiziario differente.
- Maggiori rischi economici, anche per multe di entità modesta.
Le ricadute pratiche della sentenza
Ci sono diverse implicazioni che potrebbero non favorire i conducenti:
- Per i cittadini: i ricorsi diventano più complessi e dispendiosi.
- Per le forze dell’ordine: la dichiarazione di omologazione potrebbe “blindare” il verbale, ma espone chi la redige a responsabilità penali in caso di falsità.
- Per le associazioni: il Codacons sta valutando di intraprendere azioni legali per danno erariale nei confronti dello Stato, accusato di non aver mai emesso il decreto tecnico relativo agli autovelox.
Una normativa lacunosa
La Cassazione, con la sentenza 10505/2024, ha ribadito la necessità dell’omologazione, non solo dell’approvazione. Tuttavia, il decreto tecnico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), essenziale per l’omologazione degli autovelox, non è mai stato pubblicato. Questa lacuna normativa genera confusione e un elevato numero di contenziosi.
Cosa fare in caso di multa?
- Esamina attentamente il verbale: se non menziona l’omologazione, puoi procedere con un ricorso standard.
- Se è indicata l’omologazione: valuta con un legale se sia opportuno procedere anche con una querela di falso.
- Sii consapevole dei costi: potresti trovarti a spendere una cifra superiore all’ammontare della sanzione stessa.
L’ordinanza 13997/2025 non modifica la regola fondamentale: in assenza di omologazione, la multa non è valida. Tuttavia, se il verbale afferma il contrario, per contestarlo oggi è indispensabile la querela di falso. Un’ulteriore barriera che rischia di scoraggiare persino chi avrebbe fondati motivi per opporsi.